Serie di interviste condotte nel contesto del SI Festival di Savignano, in collaborazione con la No PANIC Gallery di Chico De Luigi.
Tutte le interviste sulla rivista NO Panic –nopanicmag
Qual è la differenza tra lo scrivere musica e lo scattare foto?
Nello scrivere musica c’è il desiderio di costruire qualcosa dal nulla, del creare una realtà, qualcosa di nuovo, che non esiste prima. L’immagine della foto invece esiste già, tutti la possono vedere e tutti possono fare una foto di quell’immagine, anche se ovviamente ognuno la percepirà in modo soggettivo e coglierà elementi diversi sia nell’atto dello scattare che nel risultato. Il mio ruolo come fotografo è catturare immagini già esistenti a modo mio. Non tutti hanno i mezzi per scrivere musica, in un certo senso fare foto è più facile. La musica, prima che venga scritta, non esiste.
Come prepari un lavoro fotografico?
Non lo preparo. Non pianifico mai le mie foto. Mi baso molto sul caso. Adoro avere una macchina fotografica in tasca, l’opportunità di scattare dove e quando voglio.
Quali sono le foto che non avresti voluto scattare?
Sono le immagini che ho cancellato.
Qual è il tuo rapporto con la tecnologia?
Adoro la tecnologia moderna. Soprattutto perché non mi piace che laghqualQQqhfi gente mi veda come fotografo e la macchina in tasca mi permette di essere discreto e di non dovermi trascinare tutta l’attrezzatura dietro. Poi a me piace molto fare video, e la strumentazione di oggi permette di fare foto e video senza dover avere sempre una macchina fotografica e una telecamera. Con la mia macchina fotografica posso cambiare di continuo tra un modo e l’altro a seconda della situazione.
A che cosa corrisponde per un fotografo la pagina bianca?
In realtà è lo scrivere musica che ti mette di fronte la vera pagina bianca perché non c’è nulla prima. Non c’è un’immagine da riprodurre, c’è un mondo da creare. Quando stai scattando invece capisci che è quella determinata cosa da fotografare all’interno di un processo, di un continuum.
Che cosa è il colore?
Il colore a volte è “troppo”, ma ha delle vibrazioni inaspettate.
Che cosa è il bianco e nero?
Il bianco e nero è storia, dà l’impressione di qualcosa di adulto, anche se non mi restituisce le stesse vibrazioni del colore.
Sei stato il primo a utilizzare il termine “minimalista” applicato alla musica. Come è successo?
Ho usato il termine “minimalista” applicato alla musica quarant’anni fa per definire aspetti che avevo già riscontrato nell’arte minimalista e che riconoscevo, come corrispondenza, anche in musica. Ho adottato il termine per definire aspetti in comune tra queste due discipline. Se non l’avessi fatto io, l’avrebbe fatto qualcun altro.